Il coronavirus mette in allerta tutti gli aeroporti del mondo. Il virus in questione, ribattezzato 2019-nCov, fa preoccupare viaggiatori diretti e provenienti dalla Cina.
Il virus si è sviluppato a Wuhan città della Cina centrale. Qui sono stati identificati i primi casi da 2019-nCov. Già il 31 dicembre scorso da Wuhan era stata inviata una segnalazione all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) poiché si erano registrati parecchi casi di polmonite della quale non erano bene identificate le cause.
Il coronavirus, appartenente alla famiglia Coronaviridae, si presenta al microscopio come globuli bianchi caratterizzati da piccole parti puntiformi che ricordano le punte di una corona (da qui il suo nome). Proprio queste punte consentono al virus di legarsi alle cellule dell’organismo che desiderano infettare, andando ad attaccare l’RNA (l’acido ribonucleico responsabile insieme al DNA della trasmissione delle informazioni genetiche): il virus modifica il comportamento delle cellule attivando il sistema immunitario che cerca di sbarazzarsi del virus con sintomi che ricordano quelli di una normale influenza. Nei casi più gravi il virus causa bronchiti e polmoniti che risultano essere poi letali.
Non si conoscono ancora con precisione i tempi di incubazione del virus e le eventuali terapie: si sta lavorando per capirne di più. Ad oggi il bilancio è di 26 morti e 830 casi accertati e il contagio riguarda anche Giappone, Usa e Corea del Sud. La Commissione sanitaria nazionale ha aggiunto che i casi sospetti al momento risultano essere 1.072.
Inevitabile quindi la preoccupazione e la prevenzione negli aeroporti che collegano la Cina e non solo: avviate tutte misure di sicurezza precauzionale per evitare il contagio e nelle regioni in cui i focolai del virus sono attivi si rischia persino la chiusura.
Si pensi che la Sars, la malattia causata dal coronavirus nel 2003 in Cina, si è diffusa proprio grazie gli spostamenti in aereo nelle diverse parti del mondo.
Cento sono i nuovi addetti per il controllo e il monitoraggio del coronavirus all’aeroporto cinese. Anche gli Stati Uniti, Giappone, Thailandia, Singapore e Hong Kong hanno moltiplicato i controlli negli aeroporti.
Non meno intensi i controlli in Italia: la compagnia China Southern Airlines vola dalla Cina a Fiumicino tre volte a settimana. Ieri mattina all’aeroporto di Fiumicino è atterrato l’ultimo volo da Wuhan. I passeggeri sono stati sottoposti ai controlli sanitari e sono state adottate misure finalizzate a tracciare i loro movimenti in Italia attraverso la compilazione di alcune schede. L’aeroporto romano è attrezzato per la gestione dei voli in emergenza sanitaria pertanto dispone di un’area apposita raggiungibile attraverso un corridoio lontano dal transito di altri passeggeri. Qui appositi scanner hanno controllato la temperatura corporea dei circa 200 passeggeri atterrato dalla Cina. Nessuno ha riportato alcun sintomo.
Non conoscendo però il periodo di incubazione preciso del virus, i test in aeroporto sono ritenuti relativamente affidabili a garantire che il contagio non sia avvenuto.
Allerta e prevenzione anche presso gli aeroporti di Brindisi e Bari dove sono state accolte tutte le misure e le raccomandazioni previste. Proprio presso lo scalo barese ieri è stata segnalata una passeggera proveniente dalla Cina che accusava i sintomi classici del virus. Si tratta di una cantante lirica barese sottoposta immediatamente a tutti i controlli e posta subito in isolamento al Policlinico di Bari in attesa di ulteriori accertamenti.
Niente risarcimento per il passeggero che ha subito delle lesioni a causa di un atterraggio rude
La compagnia aerea non è obbligata a risarcire il passeggero che dichiara di avere subito lesioni a causa di un atterraggio “duro”, poiché tale accadimento